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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

#10 I proverbi della cosa

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Essendo il martello un oggetto di uso quotidiano esso è rientrato in numerosi proverbi provenienti da culture differenti, plasmando i modi di dire ed il linguaggio quotidiano Ecco alcuni proverbi e modi di dire in cui compare il martello: Il chiodo che sporge va preso a martellate.   Il ferro non discute con il martello.  Al batter del martello si scuopre la magagna. Alla porta dell'avvocato non ci vuol martello. Buona incudine non teme martello. Dura più l'incudine che il martello. Il martello d'argento spezza le porte di ferro. In questo mondo bisogna essere o incudine o martello. Martello d'oro non rompe le porte del cielo. Si 'na ciocca d' magli'.            (Proverbio Laziale) Hai la testa dura come un martello. Gatta di firraru s'addurmenta a sonu di marteddu.    (Proverbio Siciliano) La gatta del fabbro si addormenta al suono di martello.  Trovarsi tra l'incudine e il martello.

#9 I nomi della cosa

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Il martello è un oggetto fondamentalmente presente nella maggior parte nelle culture. Troviamo perciò il termine tradotto in quasi tutte le lingue. In italiano la parola “martello” deriva dal latino tardo “martellus”, termine affine a “malleus”, maglio. Martello nel mondo Inglese, Norvegese, Danese, Tedesco        ha mmer Olandese  hamar Svedese  h ammare Estone      haamer Islandese    hamar Spagnolo  ma rtillo Francese   marteau Russo      молоток   (molotok) Afrikaans hamer Esperanto martel Latino   malleo   Notiamo che nelle lingue germaniche il termine compare identico oppure comunque in accezioni derivanti dalla stessa etimologia di origine germanica, presente nell'inglese antico  come "hamor", successivamente "hamar". Allo stesso modo individuiamo un'etimologia comune per le lingue neolatine. Nei dialetti italiani Siciliano    marteddu Piemontese    martel Sardo    malteddu  Per curiosare tra le varie traduzi

#8 La cosa

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Il Martello Uno degli oggetti a mio parere più adatti a raccontare la storia del muro di Berlino è il martello. Le fotografie che ritraggono gli abitanti della città tentare di abbattere il muro con un martello tra le mani sono altamente simboliche. Ho scelto il martello in quanto oltre ad essere fortemente rappresentativo per la storia del luogo esso è presente nelle case di tutti. Essendo un oggetto domestico capillarmente diffuso, di uso quotidiano, esso è entrato a far parte dell’immaginario collettivo. Il martello, difatti, compare nel linguaggio proverbiale, nei modi di dire. E’ un simbolo utilizzato ampliamente nella letteratura, nella musica, nel mondo videoludico, nei fumetti. Emblema del lavoro manuale, dell'attività creativa dell'uomo, esso compare addirittura nei loghi di alcuni partiti e correnti politiche.

#7 Un film

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Good Bye, Lenin! un film del 2003 di Wolfgang Becker. Esso è ambientato a Berlino e ricopre un lasso temporale che va dal 1978 al 1990. La storia è incentrata su una famiglia residente a Berlino est. Christine, madre di Alex, attivista socialista e grande sostenitrice della DDR, entra in coma nellʼottobre 1989. Otto mesi dopo, si risveglia. Nel frattempo il suo mondo è stato completamente stravolto: il muro è caduto, così come la repubblica democratica tedesca. Alex si ritrova allora a dover affrontare un enorme problema: la madre, che ha problemi di cuore e si trova in condizioni di salute precarie, non deve scoprire nulla del cambiamento repentino avvenuto mentre era in coma. I figli di Christine decidono quindi di ricreare nel loro appartamento un ambiente del tutto fedele al socialismo che aveva caratterizzato fino ad allora Berlino est, portando con sè cimeli del regime, realizzando finti telegiornali con notizie verosimili celebranti la DDR e nascondendo scrupolosamente il

#6 Il nome del luogo

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Il nome dato dai berlinesi alla struttura di fortificazione che divise la città per decenni è una parola comune, ordinaria, che utilizziamo tutti i giorni: muro. È interessante notare come inizialmente erano solo i berlinesi a chiamare il Muro in questo modo. Dal romanzo di Meyer,   possiamo infatti leggere: “Only Berliners called it the Wall. Elsewhere, it was the “fence,” or the “border” ” Da Michael R. Meyer, “The year that changed the world: the untold story behind the fall of The Berlin Wall.”, Scribner, New York, 2009, pag.60   Per gli stranieri, il muro era un confine (“border”), mentre i berlinesi preferivano descriverlo con un termine più schietto, che dava subito una idea visiva di ciò che si trovavano davanti : un muro fisico, invalicabile, non una “fence”, staccionata, e non un semplice confine geografico, attraversabile con un passo. Ovviamente con il tempo il termine Muro è rimasto il più utilizzato, diffondendosi in tutto il mondo ed entrando defi

#5 Un mito

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Il mito nella modernità Il Muro diventa leggenda Il mito ( dal greco mythos, μῦϑος, «parola, discorso, racconto, favola, leggenda») viene definito come narrazione rivestita di sacralità, riguardante figure religiose o fantastiche. Vi è però un estensione di questo concetto, che fa sì che la parola mito venga tuttʼoggi utilizzata in numerosi contesti. Il mito dʼoggi viene definito come: “Quanto è capace di polarizzare le aspirazioni di una comunità o di un'epoca, elevandosi a simbolo privilegiato e trascendente.” “Idealizzazione di un evento o personaggio storico che assume, nella coscienza dei posteri o anche dei contemporanei, carattere e proporzione quasi leggendari, esercitando un forte potere di attrazione sulla fantasia e sul sentimento di un popolo o di unʼetà” da Vocabolario online, www.treccani.it É in questa accezione che il muro di Berlino può essere visto esso stesso come mito. Il muro, difatti, ha assunto una forte valenza simbolica, divenendo

#4 Citazioni

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Dicono di lui -  Il Muro raccontato Nel romanzo " The year that changed the world: the untold story behind the fall of the Berlin Wall " di Meyers viene descritto il muro comʼera e comʼè, nella sua presenza ed assenza ingombranti allʼinterno della città di B erlino. Ecco alcune citazioni riportate in lingua originale e tradotte: “Over the years, stone slabs and masonry replaced the barbed wire. A second parallel wall went up, one hundred yards farther in. Houses in between were demolished, creating a no-manʼs-land that became known as the death strip.” Nel corso degli anni, lastroni di pietra e opere murarie hanno rimpiazzato il filo spinato. Fu costruito un secondo muro parallelo al primo, a cento metri di distanza da esso. Le case che si trovavano nel mezzo vennero demolite, creando una terra di nessuno che divenne nota come striscia della morte. “In Berlin, the Wall was felt everywhere, even when not in sight. It haunts the city to this day, twenty years la

#3 Un libro

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Al di qua del muro di Vanna Vannuccini  Libro indirizzato ai giovani lettori, edito da Feltrinelli nel 2010. Le illustrazioni sono curate da Alessandro Baronciani, fumettista italiano emergente. Ambientato a Berlino Est, il libro narra le avventure di alcuni ragazzi che abitano nella città di Berlino negli anni in cui essa è divisa a metà dal Muro. Il romanzo, incentrato principalmente su due giovani amiche, focalizza lʼattenzione su che cosa significasse vivere ‘al di làʼ del muro, nel settore della città che sottostava ad una forte influenza russa. Il romanzo pone in risalto il punto di vista innocente ed esente da connotazioni politiche dei suoi giovani protagonisti, che fantasticano sulle meraviglie che si celano dallʼaltra parte del muro, nel settore americano.

#2 Le cose

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                                                                Frammenti di muro  Una delle cose che più caratterizza il muro di Berlino oggi (o meglio, la sua assenza ) é lʼimponente quantità di souvenirs che possiamo trovare a riguardo, soprattutto nelle zone in cui sorgeva la struttura. I frammenti del muro sono diffusi capillarmente a Berlino, siano essi contraffatti o autentici. É quasi una tappa obbligata per i numerosi turisti che affollano la città accaparrarsene uno. Unʼ interessante curiosità circa questi frammenti riguarda l'omeopatia. Tra gli svariati rimedi naturali omeopatici suggeriti, si  consigliava di assumere frammenti di murus berlinensis diluiti. Questi avrebbero agito efficacemente contro lʼoppressione politica ed avrebbero potuto addirittura curare la narcolessia. Un interessante articolo di Roberto Burioni su ciò:  La follia del Muro di Berlino. Anche in versione omeopatica.                                                                

#1 Il Muro

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La mattina del 13 agosto 1961 centinaia di famiglie berlinesi si svegliarono divise, con l’impossibilità di raggiungere amici, parenti o il luogo di lavoro. La Repubblica Democratica Tedesca aveva fatto installare nella notte 160 chilometri di filo spinato, presto sostituito dal cemento armato, che separavano Berlino Est da Berlino Ovest. "Antifaschistischer Schutzwall"  (in Italiano ‘barriera antifascista’) è il nome ufficiale del muro che fu simbolo del ‘mondo diviso della guerra fredda’ sino al 1989. Meno di un anno dopo, il 3 ottobre 1990, con la demolizione del muro la Germania tornava finalmente ad essere un Paese unito. Dopo questa data rimasero intatti solamente brevi tratti della struttura, a memoria di ciò che era stato. Coordinate  52°30′57.96″N 13°22′36.84″E